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sicurezza anticendio

La sicurezza antincendio nei cappotti per edifici è un tema di fondamentale importanza. La sicurezza è uno degli aspetti spesso sottovalutati nella scelta di un isolante termico per edifici. Eppure, si tratta di un elemento essenziale, che non andrebbe mai trascurato.

sicurezza anticendio

 


La stessa ENEA, nel suo indice ISEA per valutare gli impatti economico ambientali dei cappotti utilizzati, sottolinea come quelli sintetici, in particolare, presentino una serie di gravi criticità che ne limitano l’utilità di utilizzo.

Se poi si aggiunge il tema della sicurezza, balzato in primo piano negli ultimi 3 anni con gli incendi di diversi palazzi (Londra, Milano, Valencia per citare solo i più famosi), ecco che l’utilizzo di isolanti non ignifughi diventa una scelta scellerata e foriera di gravi rischi per i clienti (e per gli stessi progettisti).

Manti Ceramic è il microcappotto che vanta numerosi vantaggi, tutti perfettamente in linea col codice ISEA di ENEA: è infatti traspirante, certificato anti muffa e completamente atossico. Tra i numerosi vantaggi è da sottolineare quello di essere un isolante ignifugo, classe A2, e quindi che rientra nella sicurezza di cui si sta parlando in questo periodo.

Manti Ceramic garantisce la sicurezza antincendio nei cappotti per edifici.

La classe A2 è propria dei materiali ignifughi, cioè incapaci di prendere fuoco, e senza l’aggiunta di additivi ritardanti fiamma, esplicitamente vietati dalla normativa sui vincoli ambientali.

Il microcappotto Manti Ceramic è quindi una scelta corretta anche dal punto di vista della sicurezza, oltre che per quello ambientale, per la velocità di posa, la sua durata nel tempo e l’eccezionale capacità di isolamento termico di cui dispone.

 

 

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ENEA ha realizzato il nuovo indicatore (ISEA) Indice di Sostenibilità Economica e Ambientale che permette di confrontare i valori di impatto economico, ambientale ed energetico degli isolanti che vengono usati per isolare termicamente gli edifici (i cosiddetti cappotti termici), in base alla fascia climatica e alla tipologia di fabbricato.

eneaIsolanti naturali meno diffusi, ma minor impatto ambientale ed economico

“Abbiamo preso in considerazione interventi di riqualificazione dell’involucro edilizio che prevedono l’utilizzo sia dei materiali isolanti più commerciali che di quelli prodotti con materie prime naturali e rinnovabili, anche in accordo alle strategie di economia circolare e di gestione efficiente dell’energia”, spiega Flavio Scrucca, ricercatore della Sezione ENEA di Supporto alle attività sull’economia circolare.

“Gli isolanti naturali – aggiunge il ricercatore Scrucca – sono meno diffusi a causa del costo generalmente elevato, ma hanno minor impatto ambientale per tutto il ciclo di vita che, in funzione della zona climatica, può assumere valori compresi tra 1,2 e 2,2 kg di CO2 equivalente/m2, inferiori fino a 4-10 volte rispetto ai materiali sintetici più comuni che presentano invece valori tra 4 e 20 kg”.

“Quando parliamo di impatto economico- inteso come rapporto tra il costo iniziale dell’opera e il conseguente risparmio nel tempo associato alla riduzione dei consumi – i materiali naturali presentano un valore più alto in ogni zona climatica per via del maggiore costo iniziale stimato.

L’indice messo a punto ha però consentito di evidenziare come, considerando sia l’aspetto economico che ambientale, la convenienza di questi materiali cresca con l’aumentare del fabbisogno energetico degli edifici, quindi soprattutto nelle zone climatiche più fredde”, afferma Domenico Palladino, ricercatore del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano.

ENEA crea un nuovo indice per valutare gli isolanti per edifici

E’ la prima volta che ENEA sottolinea un problema poco dichiarato, ma ben conosciuto: l’eccessivo utilizzo di materiali sintetici per isolare gli edifici. Purtroppo, tali materiali, principalmente derivati del polistirene, presentano seri problemi di infiammabilità, di tossicità, di creazione di umidità e quindi di impatto negativo sia sulle strutture murarie degli edifici che sulla salute delle persone.

La ricerca ENEA ha realizzato delle simulazioni energetiche usando come campione gli immobili di 60 città italiane valutate in base alle condizioni del clima, alla popolazione e al numero di edifici. 

I risultati

In Italia ci sono 31 milioni le unità immobiliari, prevalentemente in condomini, di cui oltre l’80% è stato costruito prima del 1991 e poco più del 65% prima del 1976.

In base alle fasce climatiche, lr unità immobiliari si dividono in:

  • zone fredde quelle con più abitazioni (48%);
  • zone moderate (45%);
  • zone calde (9%).

Gli edifici residenziali hanno un consumo energetico di oltre 30 Mtep (il 43% della domanda di energia primaria in Italia nel 2020) anche se con i provvedimenti attuati dal Governo italiano è stato raggiunto un risparmio energetico cumulato di circa 1,3 Mtep

Nel 2020 i dati riscontrati per il consumo d’energia sono stati:

  • la climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) ha assorbito quasi il 70%,
  • l’illuminazione e gli apparecchi elettrici il 13,9%,
  • l’acqua calda sanitaria il 11,4%,
  • e gli usi per la cucina il 6,4% (RAEE 2022).

Tra tutti gli interventi di efficientamento energetico, il cappotto termico continua ad essere la principale strategia di riduzione della domanda energetica complessiva, in particolare nei lavori di ristrutturazione, come è giusto che sia.

“Questo lavoro rappresenta un primo tentativo di valutazione combinata energetica, economica e ambientale dei materiali isolanti termici e dimostra l’importanza di considerare tutti questi aspetti negli interventi di ristrutturazione edilizia, poiché possono influenzare in modo significativo la scelta dei materiali isolanti da utilizzare”, hanno concluso i ricercatori ENEA.

Un chiaro monito ai progettisti di cambiare le loro abitudini e rivolgere maggiormente l’attenzione all’utilizzo di materiali eco compatibili.