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ENEA ha realizzato il nuovo indicatore (ISEA) Indice di Sostenibilità Economica e Ambientale che permette di confrontare i valori di impatto economico, ambientale ed energetico degli isolanti che vengono usati per isolare termicamente gli edifici (i cosiddetti cappotti termici), in base alla fascia climatica e alla tipologia di fabbricato.

eneaIsolanti naturali meno diffusi, ma minor impatto ambientale ed economico

“Abbiamo preso in considerazione interventi di riqualificazione dell’involucro edilizio che prevedono l’utilizzo sia dei materiali isolanti più commerciali che di quelli prodotti con materie prime naturali e rinnovabili, anche in accordo alle strategie di economia circolare e di gestione efficiente dell’energia”, spiega Flavio Scrucca, ricercatore della Sezione ENEA di Supporto alle attività sull’economia circolare.

“Gli isolanti naturali – aggiunge il ricercatore Scrucca – sono meno diffusi a causa del costo generalmente elevato, ma hanno minor impatto ambientale per tutto il ciclo di vita che, in funzione della zona climatica, può assumere valori compresi tra 1,2 e 2,2 kg di CO2 equivalente/m2, inferiori fino a 4-10 volte rispetto ai materiali sintetici più comuni che presentano invece valori tra 4 e 20 kg”.

“Quando parliamo di impatto economico- inteso come rapporto tra il costo iniziale dell’opera e il conseguente risparmio nel tempo associato alla riduzione dei consumi – i materiali naturali presentano un valore più alto in ogni zona climatica per via del maggiore costo iniziale stimato.

L’indice messo a punto ha però consentito di evidenziare come, considerando sia l’aspetto economico che ambientale, la convenienza di questi materiali cresca con l’aumentare del fabbisogno energetico degli edifici, quindi soprattutto nelle zone climatiche più fredde”, afferma Domenico Palladino, ricercatore del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano.

ENEA crea un nuovo indice per valutare gli isolanti per edifici

E’ la prima volta che ENEA sottolinea un problema poco dichiarato, ma ben conosciuto: l’eccessivo utilizzo di materiali sintetici per isolare gli edifici. Purtroppo, tali materiali, principalmente derivati del polistirene, presentano seri problemi di infiammabilità, di tossicità, di creazione di umidità e quindi di impatto negativo sia sulle strutture murarie degli edifici che sulla salute delle persone.

La ricerca ENEA ha realizzato delle simulazioni energetiche usando come campione gli immobili di 60 città italiane valutate in base alle condizioni del clima, alla popolazione e al numero di edifici. 

I risultati

In Italia ci sono 31 milioni le unità immobiliari, prevalentemente in condomini, di cui oltre l’80% è stato costruito prima del 1991 e poco più del 65% prima del 1976.

In base alle fasce climatiche, lr unità immobiliari si dividono in:

  • zone fredde quelle con più abitazioni (48%);
  • zone moderate (45%);
  • zone calde (9%).

Gli edifici residenziali hanno un consumo energetico di oltre 30 Mtep (il 43% della domanda di energia primaria in Italia nel 2020) anche se con i provvedimenti attuati dal Governo italiano è stato raggiunto un risparmio energetico cumulato di circa 1,3 Mtep

Nel 2020 i dati riscontrati per il consumo d’energia sono stati:

  • la climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) ha assorbito quasi il 70%,
  • l’illuminazione e gli apparecchi elettrici il 13,9%,
  • l’acqua calda sanitaria il 11,4%,
  • e gli usi per la cucina il 6,4% (RAEE 2022).

Tra tutti gli interventi di efficientamento energetico, il cappotto termico continua ad essere la principale strategia di riduzione della domanda energetica complessiva, in particolare nei lavori di ristrutturazione, come è giusto che sia.

“Questo lavoro rappresenta un primo tentativo di valutazione combinata energetica, economica e ambientale dei materiali isolanti termici e dimostra l’importanza di considerare tutti questi aspetti negli interventi di ristrutturazione edilizia, poiché possono influenzare in modo significativo la scelta dei materiali isolanti da utilizzare”, hanno concluso i ricercatori ENEA.

Un chiaro monito ai progettisti di cambiare le loro abitudini e rivolgere maggiormente l’attenzione all’utilizzo di materiali eco compatibili.